lunedì 16 marzo 2015

le favolate-9





Il Bosco Addormentato

C’era una volta Rosaspina. Se questa storia l’avesse scritta lei non si sarebbe chiamata così, ma, chissà perché, le storie non se le scrivono forse mai i personaggi. Possiamo anche dire che Rosaspina non avrebbe scritto forse mai.
Ma seguimi, lettore! Chi ti ha detto che non esiste sull’orologio la tredicesima ora e nella credenza il tredicesimo piatto?
Quella sera infatti furono invitati tutti. Fu una bella festa, perché non c’era niente da festeggiare e si festeggiava tutto, perché sui termosifoni accesi c’erano le bucce dei mandarini, perché nel gioco delle sedie quando si spegneva la musica compariva una nuvola a forma di piroga, ma la poteva vedere solo uno alla volta, perché le uova di legno per rammendare i calzini erano state messe al bando, non si sa bene per quale motivo.
La luna splendeva bassa nel cielo, quando Rosaspina uscì ad accompagnare l’ultimo ospite per un tratto. Si salutarono sul limitare del bosco, e Rosaspina salì in groppa al cavallo che fino ad allora aveva portato a mano, con l’idea di fare una passeggiata tra gli alberi. qualcuno doveva averla avvertita che era meglio dimenticarsi una scarpetta al ballo che un guanto nella tasca, ma lei non ci aveva badato e così al primo tronco si sbucciò una nocca.
Fu allora che tutti gli alberi del bosco si addormentarono: piegarono i rami a mo’ di gomito sugli occhi e chinarono le chiome come per una libecciata improvvisa.
Passarono mille e mille anni. Rosaspina e il suo cavallo non si mossero dal bosco, ma per loro fu un battito di ciglia. Finché Rosaspina non trovò un’altalena appesa a un ramo e si mise a dondolare.
Gli alberi si trasformarono in lampioni accesi, metà che con lo stelo a terra guardavano verso il cielo e metà che tuffavano la testa nell’acqua del fiume. Rosaspina si guardò la mano con un piccolo segno sulla nocca e pensò che si guarisce anche per seconda intenzione. Si mise a fare le bolle di sapone e contò una distanza in ponti invece che in anni, che tanto il numero era lo stesso. Una bolla andò a scoppiare proprio sulla punta di un lampione che in quell’istante si spense. Rosaspina credette di aver combinato un guaio (e stava per rimontare in fretta sul cavallo) quando si accorse che si erano spenti tutti. C’è un’ora che si spengono i lampioni.