sabato 1 marzo 2014

favolate-2


Pollicino.

C’era una volta un bambino che non cresceva mai di nome Pollicino. Era così piccolo che i suoi amici si divertivano a fargli fare l’altalena prendendolo per le braccia, i grandi lo salutavano e dicevano “è sempre piccolo, Pollicino”, le maestre di scuola avevano convocato i suoi genitori per chiedere loro se forse il ragazzo non mangiasse, ma Pollicino mangiava, beveva, rideva e aveva i suoi segreti: esattamente come tutti i suoi amici alti, diversamente da ciascuno dei suoi amici alti.
E io non cresco.

Se giocava a biglie Pollicino vinceva sempre e poi portava il malloppo con sé. Quando correva nell’erba alta scompariva anche a se stesso e le farfalle che volano basse, con quel loro passo incerto come se portassero con le ali valigie invisibili di leggerezza e di primavera, gli si posavano sui capelli e gli parlavano chissà quali pensieri.
E io non cresco.
Ogni mattina per andare a scuola Pollicino faceva la stessa strada, e ogni volta nascondeva le sue biglie in posti segreti che conosceva solo lui per poterle ritrovare al ritorno ed essere così sicuro che la strada anche al rovescio era proprio quella medesima e non una uguale, ma smontata e ricostruita al contrario.
E io non cresco.
A volte fingeva di perdere una delle sue biglie e  finiva per crederci lui stesso e allora era disperazione vera e pianto, si strappava i capelli e le farfalle, ma poi anche senza volerlo ritrovava sempre la biglia mancante e ogni sera poteva addormentersi sapendo che le biglie c’erano tutte e che la strada era proprio quella.
Sarà per questo che non cresco?

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