domenica 9 marzo 2014

passo

Antonio Machado. 


Stamani ho camminato. Non molto: ho lasciato la bicicletta alla Porta San Niccolò per andare a San Miniato, Erta Canina Via delle Porte Sante. Solo, ci ho un po’ pensato. Che cos’è un passo? Che cosa un passo che avanza? E’ quello che ti resta nel piatto alla fine della cena, che non ce la fai a mandare giù: è il boccone che decidi di lasciare o l’imbocco che decidi di prendere? Dove sta il segreto: tarso metatarso punta? E se la foto più bella fosse quella che ti sta dietro le spalle? Bastano centottanta gradi, li conosco bene -punta metatarso tarso-, mezzo giro di giostra. Per questo si passa dall’amare le possibilità inespresse all’amare espresse impossibilità? Per questo non faccio in tempo a dire calcagno e mi si para davanti come una lama uno specchio? E basterebbe girarlo, ma anche i giri finiscono a turni alterni per essere sempre uno di troppo, per forza sempre dispari, e lo specchio sempre e solo specchio. Insegnami il segreto, caminante.
Che cos’è la distanza? Alla festa dell’artigianato di qualche anno fa, Mina dalla radio si struggeva che la città era troppo grande, e intanto il settore Pakistan somigliava sempre di più alla fiera dell’uva all’Impruneta. E io e te intorno al banco delle spezie ci guardavamo tra i mucchi colorati, e già da un po’ non ci stavamo più cercando. Insegnami il segreto, caminante.
(…)
Caminante son tus huellas
El camino y nada mas;
caminante, no hay camino
se hace camino al andar.
(…)

Nessun commento:

Posta un commento