Cenerentola
C’era una volta un calzolaio, anzi una calzolaia, di nome Cenerentola. Quando qualcuno entrava nel suo negozio e chiedeva in paio di scarpe, Cenerentola apriva un quaderno alle pagine centrali e lo appoggiava per terra per prendere le misure dei due piedi. Un giorno venne un uomo e Cenerentola si chinò col quaderno già aperto, disegnò la pianta e passò il metro su ciascun piede in due direzioni “ha le misure di uno incrociate rispetto a quelle dell’altro” disse “è comune”. Intanto notò che l’uomo aveva i piedi che profumavano di neve appena caduta, era la prima volta che le piaceva il profumo di qualcuno: di solito l’odore di ammorbidenti, di filo di scozia o di peperonata dei calzini della gente non la conquistava per niente. Lui invece osservava le pagine sotto di sé. Va detto che Cenerentola sceglieva i quaderni per lavorare sempre e solo in base alla copertina, senza mai preoccuparsi se dentro erano bianchi a righe o a quadretti. Quel giorno i fogli erano a righe di prima, e l’uomo che era miope li scambiò per carta pentagrammata, e siccome la sua ex era una musicista e per questo tutte le musiciste erano inaffidabili, decise all’istante che Cenerentola era inaffidabile. “Per quando saranno pronte?” “passi tra una settimana”. Appena lo vide sulla soglia trascorsa la settimana, Cenerentola si accorse subito che non si sarebbe trattenuto molto, allora decise di fingere di aver preparato una scarpa sola per farlo tornare ancora. Ma lui le spiegò sbrigativamente che aveva fretta: doveva partire l’indomani, andava a lavorare all’estero e l’altra scarpa se la sarebbe fatta preparare da qualcuno meno cialtrone di lei dall’altra parte del mondo dove, si sa, anche le misure dei piedi tornano diritte insieme alle lancette degli orologi. Dunque pagò con metà banconota e partì. Cenerentola decise di utilizzare la scarpa come portapenne, e anzi le venne in mente di infilarci anche un paio di ferri per fare a maglia dei cappellini da indossare nelle notti d’inverno, che se messi la mattina sotto il cuscino tengono in caldo i bei sogni fino alla notte dopo. Passarono molti lunghi e corti piedi, e un giorno che Cenerentola aveva lasciato il suo berretto fuori ad asciugare, tornò il viaggiatore e chiese se poteva farsi riprendere le misure, perché in nessuno dei tanti paesi in cui aveva vissuto erano stati in grado di preparargli una scarpa che gli calzasse come quella di Cenerentola. Lei allora tolse le penne e i ferri, che tanto all’odore di neve appena caduta aggiungono solo quello di pettirosso, e gli porse l’altra scarpa. Quando lui le chiese perché avesse finto di non averla preparata, lei gli spiegò che aveva fretta, fretta di rivederlo.
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RispondiEliminache bello!grazie!!! :-) è ancora tutto da inventare, ma crescerà!
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